La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 28 novembre 2008

850 mila euro di spese per le intercettazione, il trubunale è nel libro nero del ministero di giustizia


Fra lo scontro magistrati – avvocati che si consuma tuttora ancora in quasi tutti i tribunali d’Italia e più precisamente anche a Santa Maria Capua Vetere, si inserisce adesso anche il ministero della giustizia pubblicando a livello nazionale i dati relative alle spese pazze delle procure d'italia sulle intercettazione dove c'è anche la procura di Santa Maria Capua Vetere . Sia ben chiaro, i dati relativi alla procura della città del foro si riferiscono alla gestione che era antecedente al gennaio 2008 , e quindi prima ancora dell’insediamento del nuovo procuratore della repubblica della città del Foro Corrado Lembo, catapultato nella città immediatamente dopo l’inchiesta che ha portato all’arresto del presidente regionale della Campania Sandra Lonardo ma anche all’iscrizione del registro degli indagati dell’ex ministro Clemente Mastella . Ebbene, proprio nel periodo interessato e cioè dal 2004 al 2007 , il tribunale di santa Maria Capua Vetere ha speso soltanto per le intercettazioni telefoniche la somma di 850 mila euro che ancora devono essere pagate alle aziende interessate che hano prestato il loro servizio. Lo ha pubblicato ieri mattina in una inchiesta il settimanale Panorama che ha portato a conoscenza addirittura la mappa degli sprechi che il ministero ha individuato in diverse procure d’Italia. Così si scopre che la procura di Napoli dove ha sede anche la Direzione distrettuale antimafia ha speso per le intercettazioni telefoniche ben 39 milioni di euro .In sostanza secondo i dati in possesso del ministero della giustizia una intercettazione anche all’interno del carcere viene pagata all’azienda con un compenso fra i 150 euro ad un massimo di 2240 euro. Il riferimento è senz’altro ai familiari dei capi mafia e della camorra, come ad esempio Francesco Bidognetti con Anna Carrino , Luigi Diana con il fratello Alfonso ancor prima che si pentisse il fratello, ma anche i colloqui di Augusto La Torre detenuto nel carcere di Voghera con i suoi familiari , quando scoppiò l’indagine a carico del boss di Mondragone per le estorsioni a Mandara. Un dato particolare è quello della procura di Nola che non ha speso neanche un euro. In sostanza la procura della repubblica di santa Maria Capua Vetere paga ad intercettazione 15 euro che è il presso giornaliero con remotizzazione . Lo stato e per esso anche il ministero della giustizia paga ad aziende private il compenso per il controllo perché gli enti devono chiedere l’autorizzazione alla compagnie della telefonia dove i numeri di telefoni sono agganciati. Un dato positivo è invece quello delle intercettazioni ambientali poiché la procura della repubblica della città del foro non figura fra le procure che invece pagano dai 50 a 180 euro per microspie , telecamere apertura serrature dell auto e di case di sospettati . L’inchiesta ha interessato 146 procure italiane su 165 che hanno in ogni caso speso soldi dello stato in maniera incontenibile . La stessa fa riferimento anche a dei magistrati che hanno con parsimonia tagliato delle spese ed altri invece che hanno usato parenti, amici ed ex colleghi della forze dell’ordine per essere tra i papabili e quindi per essere nominati per i lavori attinenti alle intercettazione per i procedimenti in corso.